
Dedico questa poesia in particolare all'amica S., che ha saputo rinunciare alla propria felicità per il bene di una persona cara.
Cara S. , una carezza per te, per il tuo grande coraggio e la tua solidità umana. Ciao
Sei felice?
La donna è un giardino che
Resta in ombra
Quando nessuno le chiede
“sei felice?”
La donna vorrebbe che ci fosse
Sempre qualcuno che le chiedesse
“Sei felice, davvero?”
E se qualcuno non c’è
Deturpa il suo aspetto
Si spegne la luce nei suoi occhi
Il viso si riempie di indecifrabili
Rughe e cori di no
Capita un giorno,
può capitare davvero,
che arrivi qualcuno
a portar quella domanda
a sostenerla con il proprio peso
a dare un senso a ciò che prima
non lo aveva.
Un bambino o un uomo innamorato,
non importa,
un’amica sincera,
un essere che porge il suo sì alla vita
per lei, solo per lei.
Non conta chi sia.
Conta l'intenzione dietro alle parole
E i frutti luminosi, succosi e dolci
Di quella domanda:
“sei felice?”
E’ allora che accade la rinascita
Il risveglio dell’essere in tutta
La sua mirabile pienezza.
Accade il sogno e la bellezza insieme,
la felicità che cola come miele
da una nuova corolla.
Ma se tutto questo non è
Scritto nelle leggi dell’universo
Se la felicità della donna è avversa
Alla natura del possibile
E si lega a una trama inverificabile
Allora a quella donna non resta che
Ascendere alla cruda verità,
una verità anestetizzante
e duratura, che si chiama
finzione, o meglio,
l’improponibile domanda.