Una foto di Catherine Bailey
"Avvocato di successo della City e super-mamma, con l'ansia di non riuscire a coniugare la maternità e gli alti standard professionali e afflitta forse da una forma di depressione post-natale. È il ritratto di Catherine Bailey, 41enne di origini sudafricane, morta suicida il 10 gennaio scorso, come spiega ora, a quasi sette mesi di distanza, il coroner di West London. La Bailey si è uccisa lanciandosi nel Tamigi vicino al Richmond Bridge".
Questa la notizia pubblicata sul Corriere di oggi, lapidaria come un solco che sventra il quieto vivere. L'ennesimo suicidio per depressione post-partum?
Il senso di questo gesto estremo è tutto nelle parole scritte da Catherine nel suo ultimo biglietto al marito: «Richmond. Mi spiace così tanto. BK (big kiss). Tutto il mio amore a te e alle bambine. Stringile forte».
Rinunciare ad essere perchè incapaci di essere nei ruoli e negli impegni che altri ci attribuiscono: rinunciare perchè troppo gravoso è il peso dell'essere madre e dell'essere donna.
Da focalizzare quel "mi spiace": senso di colpa e smarrimento, vuoto di soluzioni positive, declivio della volontà.
Mi spiace, un modo per dire è tutta colpa mia e per questo vado punita e siccome altri non lo fanno lo faccio io. Mi punisco perchè non sono all'altezza delle vostre attese che sono giuste e sacrosante, e che se non sono in grado di soddisfare è perchè c'è in me qualcosa di profondamente sbagliato e inaccettabile. Il vuoto che ho dentro è immenso, inesplicabile. E' un buco nero di richieste che non posso ottemperare.
Mi spiace è il modo più sbrigativo per dire basta.
La vera storia di Catherine è quella trascritta nell'isolamento in cui vivono la maggior parte delle donne che decidono di essere madri e lavoratrici oneste. Non direi in carriera: perchè per Catherine semmai era una questione di competenze delle quali lei era unica depositaria nel suo ufficio, ma direi di lavoratrice scrupolosa e attenta.
Mi chiedo se al posto di Catherine ci fosse stato un uomo, come sarebbe andata?
In famiglia ci sarebbe stata una donna, rinunciataria di ogni soddisfazione professionale e dedita alla prole per sopperire l'assenza del padre.
Ma è allora possibile coniugare maternità e lavoro?
Domanda eterna.
Catherine con il suo gesto estremo ci ha dichiarato la debolezza sociale in cui le donne sono costrette a vivere, scegliendo volta per volta la strada da intraprendere.
Resta l'eco amaro di quelle parole: mi spiace, mi spiace.